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giovedì 16 maggio 2013

Camera 513 - Disegni nell'aria

Mentre sto avvolta tra le sue braccia e mi lascio portare dalla musica, mentre sento la sua presa e non ho piu' il tempo di decidere se pensare o lasciarmi soltanto andare perchè quando ha allungato la sua mano verso di me sorridendo ho siglato il mio contratto silenzioso, mentre...

Guido con quel ritmo fluido e ondulato nella testa e penso a Fabrizio, un tale con cui ho ballato un pò piu' che con altri stasera, il massiccio Fabrizio che ballando mi chiede che lavoro faccio ed io lo seguo e mi risponde che fa l'operatore ecologico ed io che ballo e mi lascio portare e sorrido e cerco di seguire il ritmo di questa musica che proprio non è robamia ma è una cosa nuova, un posto nuovo da scoprire, nuove suggestioni semplici come il tocco di una mano, dei ritmi che si incastrano creando voluttuosi disegni nello spazio.

Mi muovo e dopo mesi e mesi  ho di nuovo voglia di scrivere, di raccontare di come una pista da ballo sia un luogo democratico dove un uomo ed una donna vestiti solo di musica (beh pure di qualche straccetto addosso eh?!) si muovono, al di la delle sovrastrutture, delle classi sociali, dei conti correnti, dell'età o di qualunque altra cosa...Una semplice pista da ballo azzera tutto, la musica fa da ponte e due persone si avvicinano, alle volte tanto da sentire il cuore dell'altro battere, e tracciano disegni nell'aria con i corpi e gli sguardi, un tracciato vitale.
 

...la musica che suona si chiama kizomba e viene dall'Angola e fa così...

Poi, appena un passo dopo la fine della pista c'è il mondo. E giocarsela è un'altra cosa...