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sabato 8 gennaio 2011

Camera 118 - Portati Via, Please

Sono ridicoli certi uomini quando sono soggiogati dalla presenza di una donna.
Parlano.
Parlano.
Inventano storie inutili per mostrarsi furbi, agili, intelligenti, robe tipo: "donna! Io saprei procurati il cibo e solleticarti bene con stà clava!".
E poi parlano e parlano.
Ti buttano ai piedi complimentose parole tanto banali quanto inutili a colpire l'immaginazione di qualunque donna dotata almeno di qualche neurone sano.
Sono stupidi certi uomini.
Ti guardano fortenegli occhi (e sul culo) e pensano "ci sei ti ho presa!".
Sono inutili certi uomini.
Coi loro occhi azzurri, l'abito gessato e delle belle rughe spalmate di diorhomme mentre ti mostrano quella "bella donna" della moglie sul cellulare.
Sono certi uomini (i piu'),quelli che ti accompagnano alla metro sperando che tu gli passi il tuo numero di cellulare.
E per la strada parlano parlano e inghiottono saliva.
Intanto ti aprono le porte e alla metro gli si arrotola la manica del soprabito nel tornello (che gli pareva una porta pure quella...)
Sono così, che manco ti fannopiu' ridere. Che sei stanca dopo una giornata seduta ad arredare la sala in cui il personaggio piatto e grigio di turno ti immerge nella solita cornice di scenari economici disastrosi ed il mercato che andrà di quì e di là.
Cammini osservando nel via-vai...una massa indistinta di persone che non hanno occhi eppure avranno loro storie.
La metro ti corre incontro (sono dei momenti!)
...
"Ciao, ci vediamo!" e se non ci vediamo è pure uguale.

Il cellulare vibra: un sms.
"Che compagnia di pezzenti neanche il pranzo offerto. La prossima volta al pranzo ci penso io. Ciao! Mauro"

Toh! Proprio uno che potrebbe ambire al primo posto sul podio degli uomini da sopprimere. Faceva il carabiniere. Poi l'assicuratore. E' campano. Porta le camicie a maniche corte. fa sempre battute ri-trite sul sesso e ha i capelli ingellati allindietro.
La metro, un posto a sedere.

E Forster mi porta via. La mia finestra sull'Arno e un vestito suntuoso acquistato a Parigi.
E vado via...