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martedì 5 aprile 2011

Camera 202 - Il Respiro

Come un gentile Cavallo di Troia alcuni eventi si erano piazzati lì nel centro esatto della sua anima.
Il silenzio aveva fatto da corolla a quella costruzione fatta da incastri di momenti, volti, parole, sguardi. Un silenzio assordante che anticipava qualcosa...un indecifrabile (per il momento) qualcosa.

E cos', silenziosamente, dei soldati gentili erano scesi con fare sicuro da scalette di corda (lesti lesti) e avevano cominciato a prendere possesso di ogni angolo nascosto.
Fiaccole erano state accese e i soldati gentili avevano scorto un cerbiatto dagli occhi belli, ferito. L'avevano raccolto e portato con se trasportandolo a turno tra le braccia sospeso in un alito-di-vento. Esangue giaceva,  abbandonato ma una fessura era rimasta tra le palpebre, un pertugio, e  fili d'oro che cascavano da volti umani gli si infilavano dentro e facevano solletico...non lo lasciavano in pace, non lo lasciavano (magari) andare in pace.
Con che passione i soldati gentili avevano preso l'acqua della loro borracce, l'avevano dissetato e ne avevano ripulito le antiche ferite, dolcemente, con grazia materna ed energia paterna. La notte alcuni di essi gli dormivano accanto rinbalzandosi vivace calore e abbandonandosi nel ritmo dei cuori di ognuno, una delicata ninna-nanna.

Anche adesso che qualche raggio cominciava ad infilarsi nella fitta maglia della notte quella musica accompagnava il loro risveglio...bum...bum...bum...