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venerdì 23 luglio 2010

Camera 112 - La Ruota del Cambiamento

-Ho un'offerta da farti-
-Ah. E che tipo di offerta?..(oddio sarà mica una cosa tipo -dai-vieni-in-chat-mi-piaci...) Spara!-
-Pensavo...-
-(Oh Diodelvirtuale fai che sia come sembra: una persona interessante e vitale e strabordante di cose da dire!)...eh...cosa pensavi Andrea?!
-Sai, abbiamo parlato spesso di cambiamenti, di come si arriva ai grandi cambiamenti (ma anche di come si portano a casa i piccoli cambiamenti)-
-Vero...in particolare dei miei cambiamenti e di come i miei e i tuoi e gli altrui cambiamenti si muovono seguendo delle fasi...così dicevi, vero?-
-Esatto! Quindi scriviamone insieme: ecco la mia proposta!-
-(Scrivere?...eh no! non so scrivere proprio non lo so fareeee....Insieme? Ma và dai! Non sono capace!)...Dai, Andrea...e come si fa?...Non credo di esserne capace...-
-Piccola Fiammiferaia comincia a pensare ed eccoti il titolo "La Ruota del Cambiamento"-


Prefazione ad un esperimento di scrittura a quattrozampe (quelle pelose sono di Andrea, si sappia!) è stato assai divertente ed ha toccato un tema che il buon Andrea sa bene quanto bene rappresenti il mio vivere attuale. Lo riporto in questa stanza in questa mattina che prelude ad un giorno soffocante in cui mi guardo le unghie e mi dico che non ho piu'' voglia di fare il criceto.







mercoledì 14 luglio 2010

Camera 111 La Posta del Cuore

E' confusa e sottosopra.
Marina, si chiama Marina. 
Ha 38 anni e fa la casalinga da quando si è sposata. Nel 1995 lavorava in una importante società di marketing ma lui non voleva che lei lavorasse -non pensi che sia meglia stare coi tuoi figli?- e lei rispondeva -hai ragione...-. Così imparò a ricamargli le cifre sulle camicie (P.S.), a cucinare, stirare in modo impeccabile, fare il soufflè (che è proprio una cosa da gran-signora), cucire gli orli ai pantaloni e altre amene specialità per sbalordirlo.
Gli anni l'anno vista svuotarsi per fare posto ai suoi  contenuti. Per aderire al suo modello. Per sostenere tenacemente una parte.
Questa sera è qui. Vuota, davanti ad una tastiera. Dei pensieri (assai confusi) le volteggiano attorno. Non saprebbe definirne la forma: sono corvi o farfalle?!
Decide di scrivere alla redazione della sua rivista femminile preferita: Moglie Moderna.


Cara Posta del Cuore,
sono una donna confusa e vorrei un consiglio da te che ogni settimana su questa magnifica ed imperdibile rivista dispensi a profusione consigli a noi cuoricini titubanti...
Vivo in un bel paesino delle Marche, in una bella casa con un annesso appezzamento di terreno in cui mi diletto a coltivar alberi da frutta, per le marmellate che faccio con le mie manine e che a mio marito e ai miei bambini piacciono tanto tanto e anche verdure varie per il passatino di verdura e aromi per il brodo e l'arrosto ripieno e cose così. Mi piace occuparmi delle piante mentre mio marito in casa guarda alla tivu' il calcio o il rugby o la boxe o il nuoto o il baseball o il golf o la pallavolo o il badgminton o la pesca di storioni o il tennis o la vela o il fioretto o....lo sci.
Si, mi piace proprio stare con le mie piante.
Amo i miei bambini e la mia vita coniugale pensavo fosse perfetta io, i miei bambini e il mio cucciolone innamorato (è il nomignolo di mio marito!!!) passavamo dei bei momenti insieme, si parlava spesso.
Lui dal salotto mi urlava -amoree la birra, l'hai comprata la birra....cazzoooo non la trovo!-
Ed io dal giardino mentre estirpavo erbacce  - ma cucciolone innamoratoooo è nel ripostiglio accanto all'olio-
E lui, con un sorriso innamorato-atoato (lui mi guarda sempre con quello sguardo innamoratoatoato) -..grrrr...portamela che è quasi la fine del primo tempo, cazzo!" (ed io quando sento la sua voce tenera dirmi quel gioia non restisto) ed inginocchiata con le mani nella terra mi alzavo, toglievo i guanti, percorrevo il vialetto, mi cambiavo le scarpe, scuotevo dal grembiule e dalle gionocchia la terra, mi ravvivavo i capelli entravo in cucina, percorrevo il corridoio, accendevo la luce, setacciavo i prodotti sullo scaffale ed -eureka!- agguantavo la birra e ravvivandomi nuovamente i capelli tornavo in corridoio e svoltavo a destra verso il salotto dove tu stavi morbidamente acciambellato sul divano.
Io, un sorriso raggiante cucito sul volto -cucciolone mio ecco la tua birra-.
..........-nooooooo cazzooooo l'avevo detto che Ferrara non capisce un cazzo! A vendere budini lo devono mandare. ma a calci inculo............- (nel mentre arpionava la lattina e se la ingollava).
Si, vero! Un uomo di poche parole il mio P. (uso solo la sua iniziale per non farmi scoprire, sà) ma tanto tanto innamorato ed io pure e ci capivamo alla perfezione anche senza parlarci...proprio tanto innamorati-ati-ati.
Ma ora ho delle incertezze perchè in paese hanno aperto una piccola erboristeria. 
E' un negozietto angusto, vi si accede da una robusta porta di legno, devi spingere forte e appoggiarti quasi col corpo su di essa per entrare. La luce è calda e soffusa e predomina il profumo di muschio bianco, inebriante.
E c'è lui, Vi (non dico il nome completo sempre per non farmi scoprire) ...è un uomo alto dalle larghe spalle e mi parla della passiflora incarnata e dei suoi effetti sulla tachicardia, delle radici di rhodiola per la tristezza, dell'olio di rosa mosqueta perchè il viso sia luminoso e....io ascolto la sua voce (dall'accento partenopeo ammaestrato) scivola addosso e si insinua in ogni infinitesimale vuoto attorno a me ed io starei ore ma anche mesi o anni o la vita intera ad ascoltarlo, immersa nei suoi occhi scuri attorno ai quali si dipana una mappa di piccole rughe che aggiungono significati ai suoi sguardi.
E l'altro giorno, proprio per mostrarmi come si stende l'olio sulla pelle (così ha detto lui), mi ha preso la mano e l'ha cosparsa d'olio, scorreva coi polpastelli il dorso della mia mano quando il suo palmo intero dal polso mi è scivolato sul dorso e le sue dita si sono intrecciate tra le mie. Perfettamente.
E i suoi occhi si sono impiantati dentro i miei.
Perfettamente.
E io...
ho preso
il sacchetto
della spesa
ho cercato
di inghiottire
la saliva
e sono  corsa
col viso in fiamme
verso
casa...
...mi attendevano le mie amiche per il the...

Così, mentre fingevo di chiacchierare con le mie amiche e ridevo alle battute della  simpaticissima C. ed alle storie dei suoi amanti (lei si che piace tanto agli uomini!) guardavo il mio cucciolone immobile sul divano con la sua birra in mano, silenzioso come un cactus ma così innamoratoatoato e mi sentivo in colpa per aver sentito il cuore tremare insieme alle ginocchia mentre Vi intrecciava le sue dita tra le mie e i suoi occhi si conficcavano nei miei.
Forse devo smettere di curarmi della parte dell'orto in cui coltivo le erbe officinali. 
Forse...
Però ogni volta che passo davanti a quella porta di legno robusto mi tremano le ginocchia.
Cosa devo fare? Mi aiuti lei...

Dubbiosatremante66

domenica 4 luglio 2010

Camera 107 - Le cose che non dici nè dirai

E' un viaggio in rewind, ad un tempo lento e suadente, al quale tento di oppormi. Ma sono stanca, tanto, e così lascio, lascio che si riapra il sipario su quella mattina preceduta da lunghi giorni di attesa fatti di silenzi e fardelli dal contenuto ignoto che mamma mi mostrava venendomi incontro col passo incerto ed il volto grigio e quel peso sopra di lei che era solo roba mia.  

Stamane era il suo turno. Via una, sotto la prossima. 
Una l’aveva vista un paio di giorni addietro, usciva dall’ascensore, tra tubi e flebo e strani aggeggi. Gemeva e piangeva e… “datemi la morfina!” 
La paura le si era posata addosso come una mortale brina. Andava via, da sola, tenendosi alla bicicletta che aveva lasciato a casa, parcheggiata in cortile...-Papà, dove sei papà...- mentre loro la strappavano via da tutto.
Un piccolo dolore pungente, il preambolo della sua resa. Metallo sul linoleum e lei che scivola, scivola in un cielo di neon e fuliggine seguendo con la coscienza a rotelle l'orlo del baratro.  

~ecco la tua bicicletta tirata a lucido, Stella~  

Persone senza volto la sollevano, leggera, bambina tutt’ossa e bicicletta. Affaccendati tra arnesi metallici, strani macchinari, ferri, fili,tubi e aghi, ridono e parlano a voce alta, gesti meccanici li accompagnano. 
Uno degli uomini senza volto parla, una voce che punge “Oh, sentite questa: Carabiniere in un negozio : vorrei un portafoglio impermeabile. "Perche' ?" "Per metterci il denaro liquido!"... Le risate rimbalzano sui muri e le scoppiano addosso come i palloncini fatti con i chewingum quando ci si lascia prendere dalle manie di grandezza. Loro giocheranno con la sua vita, adesso e lei spera solo che si fermino al momento giusto, con la bolla tesa e baldanzosa (pronta ad offrirsi agli ammirati sguardi altrui) e il sangue nelle vene e i sensi accesi. 
E' un terremoto nell'anima che arriva in superficie producendo un soffuso movimento, incontrollabile. 

~ il sellino è di cuoio e ti ho sistemato i  copriraggi~ 

Tutto è grigio-acciaio. E figure bianche e verdi senza un volto. E neon.  
Uno senza volto le alza un braccio, lo tasta un po’ poi lo ripone. Alza un piede ora e le schiaccia le dita. Occhi perplessi e “ma  perchè hai le unghie viola?!” 

Se riuscisse soltanto a scollare la lingua dal palato gli direbbe che viola è l'abito in lino che ha comprato qualche settimana prima (o forse mesi o anni o in un'altra vita?!) dopo aver disegnato traballanti percorsi sui sanpietrini da Baggio a via Dante aggrappata alla Vespa guidata da una bellissima amazzone, sua sorella. 
E viola sono le sue ballerine in raso con cui aveva corso nel corridoio dove c'era la classe di  Luigi arrivandoci in scivolata con gesto atletico alla Platinì per accogliere l'ovazione dei suoi occhi.
E viola adesso erano le sue unghie mentre lui faceva domande idiote e lei vacillava, il suo sangue  invaso da milioni di gocce che si infilavano in lei per ghermire la sua coscienza.  E“perchè?!...
Perchè sono qui...
Perchè fa così freddo
Perchè non ci sono biciclette qui
Perchè questo dolore
Perchè...”.  

~ e che ne dici del cestino di vimini come piace a te?!~

  Ora possono prendere possesso di quello che è diventato roba loro, per qualche ora. La voltano per creare una pagina nuova nella sua vita. Tracciano linee che stabiliscono nuovi assetti, mettono da parte i Carabinieri (e lei che è assente ma è tra le loro mani spera di certo che non siano passati a Pierino e la sua mamma o ad un italiano-un-inglese-e-un-tedesco) e incidono la sua pelle con un gesto deciso e continuo, spingendo con fermezza. Una lunga scia di sangue sgorga e scivola via e porta via con sè il passato, le corse, i salti , i pattini a rotelle, le capriole e il mambo. 
E' una gara con Madre Natura in cui gli UominiSenzaVolto hanno la meglio su Madre Natura quando parecchi tempi supplementari dopo, al suono soffuso da folla in attesa del goal decisivo, compare sul tabellone il risultato:  

UominiSenzaVolto 1 – Madre Natura 0 

Apre gli occhi e accanto al letto c’è una sedia, una linea grigia all'orizzonte e sua mamma distante, li accanto. Cerca di inghiottire, vorrebbe parlare ma fa tutto male. Anche le parole. 
Se potesse le direbbe che vorrebbe le strappasse il dolore d'addosso con teneri baci e avvolgenti carezze, come farfalle, a passarle dolcemente tra i capelli. Se potesse le direbbe che vorrebbe ci fosse lui col suo odore di tabacco  a chiamarla Stella e le sue ruvide mani a  stringerla e poi sollevarla da quel letto e portarla via. Lontano.