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lunedì 31 maggio 2010

Camera 105 - L'i-sola

Credo che quella sensazione di perenne instabilità che mi porto dentro venga da lì.
 Da quel sali scendi che si accendeva il lunedì mattina e si spegneva il venerdì pomeriggio, nella mia camera da letto.
Venivano a a portarmi via, loro mi imbragavano sulla barella e mi portavano giu' scale scale, una specie di ruzzolare controllato (secondo loro) che si fermava in posizione orizzontale a bordo strada dove con un gesto brusco mi infornavano in quel contenitore con le ruote.
La stanza era luminosa e asettica o dovrei dire che era luminosa e artefattamente familiare, in realtà c'era nella scelta dei colori e dei materiali un grossolano tentativo di travestire le stanze in qualcosa di vagamente simile a comuni stanze da letto. I toni si giocavano tra il noce e il carta da zucchero e alle pareti grandi poster con fotografie di cuccioli (gattini arruffati in una cesta di vimini immersa in un prato ma-gni-fi-co e una bimbetta paffuta seguita da una scia di papere che si facevano strada giulivi verso l'interno di un bosco che era un incanto), le stanze si specchiavano gemelle lungo un corridoio che finiva in un  grande salone, l'ingresso con i due ascensori che durante lo svolgersi della giornata cambiava assetto fino a trasformarsi verso il tardo pomeriggio in un proscenio con un sipario metallico. Con due occhi nocciola pronti a strizzarsi verso il cielo (pronti, sempre pronti...)
Luce rossa (Qualcuno! Qualcuno che sale!)
Piano T 
Piano 1
(...BUM-BUM-BUM.....tieniti il cuore, spemilo tra le costole e fingi che stai fissando quella crepa lì nell'angolo del muro)
Il cigolio si fermava seguito da un improvviso colpo metallico (da mannaia) era questo il fragore dell'attesa che ci trovava con gli occhi appesi a quelle porte.
Fino all'apertura...
(Qui c'erano due possibilità dalle quali si decideva l'andamento del resto del pomeriggio, il calcolo delle probabilità dava molte piu' possibilità di esaudire i propri desideri che non giocare al Lotto, era come puntare su Rosso e Nero...cinquantapercento di possibilità di spalancare gli occhi e far risalire gli angoli delle labbra all'insù e dare forma a dei bottoncini  nelle guance oppure di schiantarsi contro la faccia di suor Giuliana -che non era proprio una santadonna ma ve lo racconto in un'altro momento- o del dottor Pascale o della mamma di Mario o della mamma di Serenella o della mamma di chiunque ma...non della propria -è inutile che ti dica che era come aver puntato un milione di trilioni di euro su rosso e veder fermare la pallina sul numero-o-o-o-o...NERO!-)
Così, in quell'atrio scommettevamo le nostre speranze puntando su quelle porte: Rosso o  Nero.
...please, hold on...

4 commenti:

  1. Non posso esimermi dal commentare ogni volta che leggo qualcosa di tuo. Hai la straordinaria capacità di "far vedere" quello che scrivi, ed è molto ma molto bello!
    Go on Ale, don't stop...
    Kisses

    G

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  2. leggerti è stato un po' come essere lì con te ad osservare quelle luci..esitante su quale scommettere
    .. hai un grande dono Amica mia
    un abbraccio

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  3. @Gi: ma non esimerti MAI! Commenta commenta (io sto qui a leggerti...) :-)

    @Alba: sono esitante anch'io...il nero smagrisce ma il rosso è piu' sensuale...(vediamo) :-)

    @Baol: grazie :-)) (questo bon ton da commenti a volte mi lascia senza-parole)

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Vediamo se la Camera è libera :-)