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giovedì 24 dicembre 2009

Camera 103 - Auspici

E voglio un Natale leggero.
Di finestre spalancate su condomini e strade glassate,
di mani callose e forti e dita da intrecciare,
di occhi vestiti a festa, lunghe ciglia che smuovono l'aria che sa di cucina.
Leggero di piatti impilati, di bicchieri, tanti.
E di vino rosso.

Un Natale di telefono che trilla e voci messe nei cassetti con il cambio di stagione,
voci che ritrovi, aderenti alla pelle e in sintonia con l'anima,
e di porte che si aprono e sorrisi benvenuti.

Voglio un Natale rosso fuoco. Un Natale caldo, di legna buona che arde lieta.
Un Natale di cartastrappata e fiocchi sparsi sul pavimento, di biglietti e parole belle.
Sentite.
E voglio un Natale leggero.
Di voile dorato sulla tavola e stelle prese in prestito al cielo invernale.

Leggero di vetri appannati e bucce di arance che ballano nel fuoco del camino,
di pensieri spediti con le Poste Interplanetarie e giunti a destinazione senza ricevuta di ritorno,
di parole d'amore aperte con grazia, scollando piano il lembo della busta.

Un  Natale di sorprese assai attese e di batticuore,
di abbracci a piu' strati, di baci di sapone che schioccano sulle guance.
Leggero di asce sotterrate, di lame riposte in fondo al cassetto, di parole sottovuoto, sentimenti col codice a barre ed emozioni scadute.

E voglio un Natale leggero, come una canzone...



"Leggero, nel vestito migliore, senza andata né ritorno senza destinazione.
Leggero, nel vestito migliore, sulla testa un po' di sole ed in bocca una canzone"